
Il Collezionista di Conchiglie
In una giornata piovosa mi avvicino ad una villa abbandonata, gli scuri della finestra sono socchiusi, sbircio dentro e vedo una grande teca piena di meravigliose conchiglie!
VILLE E PALAZZI
11/5/20242 min leggere
Il cielo è grigio e da tutta la mattina cade una pioggia sottile ed insistente. Oltrepassando il cancello di ingresso della villa, noto cianfrusaglie sparse un pò ovunque ed erbacce che intralciano il passaggio. Il rumore della pioggia e delle canale di scolo allerta continuamente i miei sensi suggestionandomi, poichè il pericolo che possa trovare un abusivo è piuttosto reale.
All'improvviso un gatto fugge dal suo riparo e mi fa balzare in aria. Non ci sono abusivi, solo un intruso, che sarei io.
Prendo un pò di coraggio e mi avvicino alle persiane di una finestra logora, sbircio dalla fessura e vedo 3 teche colme di conchiglie di ogni genere. Un'inferriata ci divide, ma la mia curiosità ormai fatica a trattenersi perciò cerco un ingresso. Una porta a vetri è socchiusa, con difficoltà riesco a spingerla e un forte stridìo mi fa notare che era da lungo tempo che nessuno la apriva. Le prime stanze sono vuote, solo alcuni oggetti buttati ai lati in modo disordinato, poi d'incanto, compaiono le teche.




Non sono riuscito a capire l'origine di questa collezione, le ipotesi sono varie. Il proprietario della villa potrebbe esser stato un sub, forse uno studioso o un appassionato di malacologia, ovvero la scienza che studia i molluschi. Non avremo mai una risposta esatta, ma alcune conchiglie sembrano molto antiche ed esotiche, forse provengono da mari lontani dal Mediterraneo.
Dopo aver curiosato ogni centimetro delle teche, continuo l'esplorazione ed entro in una sala quasi interamente arredata.


Dalla finestra filtra una luce debole che crea un effetto quasi surreale, forse a causa del maltempo che continua a imperversare all'esterno di questo piccolo mondo abbandonato.
Una grande cornice con un ritratto di Napoleone con la corona d'alloro dorata svetta sulla parete. Al dì sotto, un paio di foto del proprietario di casa, una di esse lo ritrae a cavallo, intento a saltare un ostacolo. Il frustino che utilizzava è probabilmente appoggiato alla sedia, accanto ad un cumulo di libri polverosi.



La sala è colma di oggetti, moltissimi libri sono sparsi in giro. Alle pareti ritratti del proprietario, quadri biblici e di illustri personaggi storici. Un teschio di uno strano uccello è appoggiato su di un tavolo, mentre una macchina da scrivere rossa "Everest Mod. 90" giace in mezzo a dei libri.




Abbandonando la sala, è giunto il momento di salire al primo piano. La maggior parte delle stanze, come al piano terra, risultano piuttosto vuote. Dal pianerottolo però, una luce verde mi incuriosisce. Entrando, mi accorgo di essere in una delle camere da letto, ma questa a differenza delle altre, è rimasta intatta e i suoi cimeli sepolti dalla polvere. La luce che filtra è poca e scontrandosi con le pareti verdi, dona alla camera un'aura quasi sacra. I numerosi oggetti religiosi alimentano questa sensazione di essere immersi in un qualcosa di venerabile ma molto fragile, difatti il pavimento scricchiola e la specchiera è retta soltanto da una corda in tensione. Rimango a fissare un crocefisso, alla cui base pare che la polvere si stia arrampicando, e che con ostinazione, lo tenga saldo al mobile su cui poggia. La sua posizione è inviolabile, sacrosanta, protetta da decenni di polvere.