Qualcuno aspetta ancora...

Dentro ad una dimora si racchiude una capsula del tempo, protetta da muri pericolanti, qualcuno aspetta ancora di essere recuperato. Il loro sguardo malinconico ci regala un'atmosfera unica.

VILLE E PALAZZI

5/27/20255 min leggere

E' raro trovare luoghi abbandonati che siano ancora intatti, ancor più raro trovarli immobilizzati in un tempo lontano dal nostro. In questa dimora non c'è alcun segno di ristrutturazione, nessun tipo di contaminazione umana da almeno 20 anni. Dall'ultimo calendario appeso, pare che la dimora sia stata abbandonata all'inizio del nuovo millenio, ma l'epoca d'oro in cui una grande famiglia abitava questo luogo, deve essere antecedente di molte decadi.

Entrando da un logoro portone di uno scantinato, si notano subito grandi ammassi di oggetti depositati senza molta cura. L'aspettativa si abbassa notevolmente, a prima vista sembra che la dimora sia caotica e che gran parte del mobilio e degli oggetti personali siamo ammucchiati in queste stanze. Ad un tratto, vagando in spazi angusti a causa della moltitudine di roba, si arriva in uno stanzone più spazioso, dove compare una grande voliera, al suo fianco un pianoforte a coda mangiato dai tarli.

Attraverso la cucina ed un paio di ripostigli, il tutto ancora parecchio disordinato. Le pareti sono gravemente danneggiate, evito anche solo di sfiorarle, perchè pare che possano crollare su sé stesse da un momento all'altro. Alcune crepe sono talmente larghe da poter intravedere la stanza successiva, osservando le foto ve ne renderete conto.

Da adesso in poi l'esplorazione si farà sempre più interessante. La villa che pareva fosse caotica e svuotata, si rivelerà essere una vera e propria capsula del tempo. Il primo impatto è nella sala da pranzo, sul tavolo è appoggiato un enorme trofeo di caccia.

Un grande cervo tolto dalla parete e rimasto per chissà quanto tempo su quel tavolo, in attesa che qualcuno venga a recuperarlo e a donargli una nuova vita. O forse, è stato tolto perchè la parete alla quale era appeso è ormai improbabile che lo continui a sorreggere. Quella che vedete sulla sinistra non è una distorsione dell'obiettivo, ma bensì l'inclinazione delle parete. A finire di adornare la stanza, troviamo in un angolo, un bellissimo orologio a pendolo di quasi due metri di altezza. Sulla credenza trovo tomi e suppellettili, mentre un dettaglio alquanto triste è appeso al lampadario. Un palloncino di auguri sgonfio penzola da chissà quanti anni.

Continuando in una stanza alquanto stretta e buia, compare quello che pare essere lo studio del proprietario della dimora.

La stanza brulica di oggetti, ci sono varie enciclopedie, documenti sulla caccia ed una magnifica collezione delle "Domeniche del corriere", dai primi numeri di inizio 900 agli ultimi di fine secolo. Le pareti di questa dimora trasudano storia, le notizie dei grandi eventi del secolo scorso, e forse anche prima, devono essere state commentate e discusse in queste stanze. In una fotografia di gruppo incorniciata si vedono numerose bandiere del Regno di Savoia. La fede monarchica dei proprietari questa villa è indubbia, testimoniata anche dai libri e dai numerosi ritratti di componenti della famiglia regia italiana. Un piccolo busto, posizionato in mezzo ad alcuni tomi, ci fa però intuire che la posizione politica del padrone di casa, era sì monarchica, ma di stampo liberale. Infatti il busto raffigura William Ewart Gladstone, 4 volte primo ministro britannico nella seconda metà dell'800 ed appartenente al partito liberale. Lasciando da parte la politica e tornando ai dettagli di questo studio, noto due fotografie in bianco e nero di bambini ancora in fasce, forse gli eredi del nostro appassionato di politica.

Lascio lo studio e punto la torcia nella stanza limitrofa, ed ecco un grande salotto, sembra di fare un salto spaziale oltre che temporale, infatti assomiglia ad un salone di un castello francese più che ad una dimora italiana.

L'atmosfera è contrastante, a causa del colore caldo delle pareti e l'azzurro del velluto di sedie e poltrone, finemente ricamate d'oro. Tutto il mobilio è di prestigio, impreziosito da bellissimi dettagli. Due maestose fenici sono raffigurate sulla cima di una specchiera, mentre un satiro è intagliato su un tavolino angolare, sotto di esso troviamo un altro trofeo di caccia che attende silenzioso. Stavolta l'animale impagliato è un tasso, che pare scrutarmi curioso mentre sono intento a fotografare la stanza. Sembra che gli unici ad avere attenzione di questo luogo siano lui ed il cervo. I loro occhi appaiono rassegnati alla mia presenza e al loro destino. I proprietari devono tenersi alla larga a causa dei gravi danni strutturali, limitandosi ad un piccolo ponteggio con il cartello "edificio pericolante".

Salgo al piano superiore, quassù la situazione è di nuovo caotica, il pavimento è imbarcato, in alcuni punti bucato ed esce il canniccio dal soffitto. Molte stanze sono vuote, tranne una bellissima camera da letto che a breve vi mostrerò. Nel mentre, in una stanza di intramezzo, c'è un piatto decorativo raffigurante un cavaliere durante una battaglia. A fianco una camera da letto decadente, un peluche con lo sguardo malinconico ed una granata poggiata sulla pediera, come vedrete dalle foto, non più utilizzata da molti anni.

E' il momento di mostrarvi l'altra camera da letto, anch'essa molto decadente e suggestiva. Un antico arazzo, raffigurante la Madonna con Gesù bambino, è posto sopra a due letti singoli accostati. Altri elementi religiosi sono sparsi per la stanza, ad esempio alcuni rosari appesi al muro o poggiati sui comodini insieme a dei libri. Su di una cassettiera trovo dei vecchi profumi e portagioielli, probabilmente era lo spazio che la padrona di casa dedicava a preparsi prima di uscire o per i grandi eventi svolti nella dimora. Il resto è tutto molto in disordine, ci sono perfino degli infissi buttati qua e là. Come potete vedere ci sono numerose crepe ed anche il pavimento presenta pericolosi avallamenti. L'atmosfera che si percepisce è la stessa di tutta la casa, ovvero "precaria", un qualcosa di magnifico che pare sul punto di finire, di crollare o di essere svuotato, perdere quel poco che ancora lo rende unico. In questo magnifico palazzo non ci sono affreschi, ci sono pezzi di vita che restano in bilico e sospesi nel tempo, senza di essi, sarebbe solo un luogo con stanze anonime che avrebbero molto da raccontare, ma nessun modo per farlo.

E' il momento di scendere le scale e di chiudersi la porta alle spalle. Un'esplorazione che mi lascia entusiasta e soddisfatto, posti di questo genere sono rari, custodi di un tempo che ormai non esiste più. Spero che il racconto vi sia piaciuto e che gli sguardi malinconici dei due animali impagliati abbiano reso giustizia all'atmosfera che si respira tra queste pareti.